Benutzer:Falten-Jura/Dokument 2

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ella Religione greca il sacrificio è il principale atto religioso[1][2][3]. Esso si presenta con differenti caratteristiche e nomi a seconda del tipo di sacrificio e delle divinità o esseri a cui esso è destinato.

  • Choaí (χοαί)[4]: consiste nelle libagioni di vino oppure di latte e miele o di sola acqua, ed è destinato ai defunti, agli eroi e alle divinità ctonie.
  • Spondaí (σπονδαί)[5]: consiste nelle libagioni di vino oppure di latte e miele o di sola acqua, ed è destinato agli dèi dell'Olimpo.
  • Aparchái (απάρχαί): consiste nelle primizie dell'agricoltura poste nei boschetti sacri o gettate nei corsi d'acqua e destinate a Demetra, Dioniso o alle ninfe.
  • Nephália (νηφάλια): consiste in acqua, miele od olio e destinato ai defunti.
  • Thysía (Θυσία): consiste nel sacrificio di uno o più animali (bue, maiale, capra o pecora) ed è destinato agli dèi dell'Olimpo. In genere in questo sacrificio della vittima sacrificale venivano bruciati solo il grasso e le ossa, il restante veniva macellato, cotto e distribuito ai partecipanti al banchetto sacrificale (δαίς daís).
  • Enágisma (ἐνάγισμα, anche Haimakouría αίμαχουρία): consiste nel sacrificio di uno o più animali (bue, maiale, capra o pecora) ai defunti, agli eroi o alle divinità ctonie. In genere in questo sacrificio la vittima sacrificale veniva interamente bruciata[6].
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  2. Vorlage:Cita libro
  3. Vorlage:Cita libro
  4. Χοή è correlato al titolo sacerdotale indoiranico hotar/zaotar, cfr. Jan N. Bremmer Modi di comunicazione con il divino: la preghiera, la divinazione e il sacrificio nella civiltà greca, in Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, vol. 1 I Greci nostri antenati (a cura di Salvatore Settis). Torino, Einaudi, 2008, p. 267.
  5. Dalla radice indoeuropea *spend, cfr. Jan N. Bremmer Modi di comunicazione con il divino: la preghiera, la divinazione e il sacrificio nella civiltà greca, in Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, vol. 1 I Greci nostri antenati (a cura di Salvatore Settis). Torino, Einaudi, 2008, p. 267.
  6. Jan N. Bremmer (in Modi di comunicazione con il divino: la preghiera, la divinazione e il sacrificio nella civiltà greca, in Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, vol. 1 I Greci nostri antenati (a cura di Salvatore Settis). Torino, Einaudi, 2008, p. 265) ritiene che delle testimonianze epigrafiche dimostrerebbero che questi sacrifici terminavano con lieti banchetti, quindi invita urgentemente a rivedere le nozioni di sacrificio ctonio e di divinità ctonie.